Lettera aperta di comitati, associazioni ed esperti per la tutela della salute e dell’ambiente dagli effetti biologici dei campi elettromagnetici

Continua l’impegno di European Consumers a tutela della salute umana e ambientale per garantire un opportuna sicurezza elettromagnetica in sinergia con tutti gli organismi e i  cittadini di buona volontà. Abbiamo aderito con 25 associazioni e 35 ricercatori alla Lettera aperta di comitati, associazioni ed esperti per la tutela della salute e dell’ambiente dagli effetti biologici dei campi elettromagnetici inviato ai responsabili della salute pubblica e ad autorità nazionali e locali.

Ne presentiamo il testo invitando alla massima diffusione.

Informeremo costantemente sulle eventuali risposte delle Autorità a cui l’Appello è stato inviato.

 

Appello per la sicurezza elettromagnetica

Lettera aperta di comitati, associazioni ed esperti per la tutela della salute e dell’ambiente

dagli effetti biologici dei campi elettromagnetici

Roma, 15 giugno 2020

 

Al Presidente della Repubblica Italiana

Al Presidente del Senato

Al Presidente della Camera

Ai Deputati e Senatori del Parlamento Italiano

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Ministro della Salute

Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Ai Presidenti delle Regioni

 

Illustrissimi,

in merito alla proposta della Commissione Colao di promuovere lo sviluppo delle reti 5G e di innalzare i limiti di legge per la radiofrequenza, vi scriviamo per mettervi a conoscenza delle evidenze scientifiche sull’argomento che rendono questa iniziativa irrazionale e dannosa per la salute e per l’ambiente.

Nel 2011 la radiofrequenza è stata classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come “possibile cancerogeno per l’Uomo” in Classe 2B. Nonostante le forti evidenze epidemiologiche, la IARC non ha scelto una classificazione più stringente perché gli studi sugli animali erano carenti. Nel 2018, però, due autorevoli istituti, il National Toxicology Program (NTP) degli Stati Uniti e l’Istituto Ramazzini di Bologna, hanno pubblicato due grandi studi su ratti e topi esposti a radiofrequenza, rispettivamente del cellulare (in campo vicino) e dei ripetitori (in campo lontano), riscontrando l’aumento degli stessi tipi di tumore e rafforzando così le prove del rischio cancerogeno.[1],[2] Inoltre due studi europei del 2014 concludono che la radiofrequenza dovrebbe essere classificata come “cancerogeno certo per l’Uomo” in Classe 1 e che gli effetti dell’esposizione a radiofrequenza sono cumulativi.[3],[4]

L’effetto cancerogeno della radiofrequenza rappresenta solo l’aspetto macroscopico del rischio, ma la letteratura scientifica ha messo in luce molti altri effetti:

  • sul sistema ormonale, compreso l’aumento del rischio di diabete,
  • sulle funzioni metaboliche con un aumento dello stress ossidativo,
  • sul sistema nervoso, compreso il rischio di malattie neurodegenerative,
  • sulla fertilità,
  • sul sistema immunitario,
  • sul genoma e sull’epigenoma con effetti sanitari sulle generazioni successive, come si è visto per esempio con l’aumento del rischio di leucemie nei figli dei militari addetti al radar.

La letteratura che dimostra rischi sanitari delle radiofrequenze molto al di sotto degli attuali standard internazionali di sicurezza è vastissima; purtroppo esperti delle agenzie di salute pubblica sembrano selezionare solo quella che non dimostra effetti. Del resto, l’OMS da sempre si affida alle valutazioni del rischio dell’ICNIRP, un’associazione privata con sede a Monaco di Baviera che, nonostante si professi indipendente, ha forti legami con l’industria delle telecomunicazioni e non può essere considerata del tutto affidabile. Questo è stato chiarito già nel 2011 dalla relazione dell’europarlamentare Jean Huss che ha portato alla Risoluzione N. 1815 dell’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (PACE),[5] e più recentemente dalla sentenza della Corte di Cassazione del Tribunale di Torino iscritta al n. 721/2017 R.G.L. sul caso di un lavoratore danneggiato dall’uso intensivo del cellulare.

Diversi gruppi di scienziati indipendenti hanno stabilito che, per tutelare la salute pubblica, è necessario abbassare subito i valori di sicurezza a 0,6 V/m.[6],[7],[8],[9],[10],[11],[12],[13]

Gli standard internazionali sono obsoleti perché si basano esclusivamente sugli effetti termici dei campi elettromagnetici, ovvero sul riscaldamento prodotto, mentre è stato ampiamente dimostrato che campi elettromagnetici deboli, non in grado di produrre alcun riscaldamento, causano numerosi effetti biologici. La materia vivente, infatti, funziona attraverso scambi chimici e segnali elettromagnetici che possono subire alterazioni in presenza di campi elettromagnetici esterni anche debolissimi.

Il 5G comporta ulteriori problemi di salute pubblica e un rischio ambientale perché:

  • le radiazioni vanno a sommarsi a quelle già in uso dalla telefonia attuale e non si conoscono gli effetti biologici sinergici di tutte queste diverse radiazioni;
  • utilizza onde millimetriche che, per quanto meno penetranti, hanno caratteristiche biologiche specifiche che vedono come target la pelle e le terminazioni del sistema nervoso periferico;
  • utilizza un sistema di beam forming che comporta un irraggiamento direzionato verso l’utente, che verrà colpito simultaneamente da più fasci, una condizione non prevista dagli attuali limite di legge che sono impostati per valutare le radiazioni ambientali e non l’impatto sul singolo utente (la Svizzera ha autorizzato l’uso del 5G, ma ha vietato il beam forming proprio perché è impossibile misurare le radiazioni sul singolo utente e accertare il non superamento degli attuali limiti di legge).

Per tutte queste ragioni centinaia di Comuni Italiani e la Regione Marche hanno deliberato il divieto di installazione di antenne 5G in applicazione del principio di precauzione.

Una ricerca scientifica del 2010 sull’applicazione del principio di precauzione,[14] indagando la questione dei campi elettromagnetici e altri fenomeni, ha concluso che “Gli scienziati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Commissione Europea non si basano sul principio di precauzione quando stilano un rapporto sui rischi per la salute” sostanzialmente perché si basano solo sulla certezza del rischio, invece di tenere in considerazione le prove di un rischio possibile, che è quanto andrebbe fatto per osservare il principio di precauzione. Tale principio è sancito da norme europee, come l’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (UE) e la Comunicazione COM(2000) 1 della Commissione europea, e nazionali, come il Codice dell’Ambiente 2006 Art. 301. La Legge quadro sull’elettrosmog 36/2001 prevede, inoltre, nelle sue finalità il principio di minimizzazione che è un’applicazione del principio di precauzione.

In conclusione Vi chiediamo:

  • l’abrogazione dell’Art. 14, comma 8, del d. l. 179/12, noto come “Decreto Sviluppo bis”, convertito in Legge 221/12, al fine di riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore;
  • di abbassare i limiti di legge per le esposizioni elettromagnetiche portando il valore di protezione dagli effetti acuti (attualmente 20 V/m) a 6 V/m, il valore di attenzione per i luoghi ove si soggiorna per più di 4 ore (attualmente 6 V/m) a 0,6 V/m, e l’obiettivo di qualità a 0,2 V/m (attualmente di 6 V/m), come richiesto dall’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa e dagli appelli internazionali degli scienziati indipendenti;
  • di imporre una moratoria del 5G, in particolare di vietare l’uso dei fasci convogliati, come deciso in Svizzera, e delle onde millimetriche per le quali ci sono pochi studi;
  • di aprire una consultazione con le parti sociali che da anni si occupano di sicurezza elettromagnetica;
  • di mettere in atto regolamenti, leggi e vincoli che impediscano al conflitto di interessi nelle agenzie di salute pubblica e nella stessa OMS di inquinare le valutazioni del rischio in materia di sicurezza elettromagnetica a favore degli interessi dell’industria e a discapito della salute pubblica;
  • di sottoporre tutto il comparto delle emissioni elettromagnetiche a Valutazione Ambientale Strategica ai sensi del decreto legislativo 152/2006 e che, a tale valutazione, siano chiamati a partecipare in un’ottica di assoluta trasparenza e scambio di informazioni oltre che Enti di Ricerca indipendenti, Istituzioni preposte alla tutela ambientale e sanitaria e Commissioni governative anche cittadini, associazioni di categoria professionali, associazioni e comitati, nel nome della democrazia partecipativa, delle norme che la regolano e di quelle sulla trasparenza degli atti amministrativi.

L’attuale crisi economica impone di fare scelte sanitarie e ambientali volte alla minimizzazione del rischio non solo per motivi etici, ma anche economici perché la spesa socio-sanitaria correlata all’impatto sulla salute dovuto alle radiazioni delle telecomunicazioni può rivelarsi insostenibile.

La riduzione delle fonti elettromagnetiche, quindi, rappresenta un’esigenza primaria per il rilancio economico del nostro Paese.

In attesa di un Vostro positivo riscontro, ci rendiamo disponibili a fornire documentazione scientifica e ad incontrarvi, eventualmente anche in videoconferenza, per aprire un dialogo nell’interesse esclusivo della salute dei cittadini e della salvaguardia della flora e della fauna.

Cordiali saluti.

 

Firmano le seguenti associazioni (in ordine di adesione)

 

  • Lucietta Chiafalà, Presidente di AMICA, Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale, www.infoamica.itamica@infoamica.it
  • Stefano Gallozzi, Presidente del Comitato di Tutela Ambientale in Monte Porzio Catone – ONLUS

https://comitatotutelamonteporziocatone.wordpress.com/comitatotutelamonteporzio@gmail.com

  • Samanta Cinnirella, Presidente dell’Associazione Mamme Nomuos, Caltagirone
  • Mario Boezio, Presidente del Comitato cittadino NEAC (No Elettrosmog A Capurso), Capurso (BA)
  • Marco Tiberti, Presidente di European Consumers – www.europeanconsumers.it
  • Luigi Sarno, Presidente del Comitato Riconoscimento MCS di Pesaro (PU) – comitmarchemcs@libero.it
  • Claudio Fiori, Presidente del Comitato MCS Veneto
  • Paolo Orio, Presidente Associazione Italiana Elettrosensibili www.elettrosensibili.it
  • Lorenza Merli, Presidente dell’Associazione Obiettivo Sensibile Odv, www.obiettivosensibile.orginfo@obiettivisensibile.org
  • Ruggero Martellini, Presidente dell’Associazione Umbria Sensibilità Chimica Multipla, associazioneumbriamcs@gmail.com
  • Letizia Fiermonte, Presidente dell’Associazione Gaia Alma Mater, Podenzana (MS)
  • Laura Masiero, Presidente Associazione A.P.P.L.E. – Associazione Per la Prevenzione e Lotta all’Elettrosmog

www.applelettrosmog.it applelettrosmog@libero.it

  • Renato Carella, Presidente Il Ramarro ONLUS, associazione ambientalista
  • Nicolò Distefano, Stop 5G Gela
  • Decio Pasquale , Presidente dell’Associazione Nazionale Donatori Sangue BNL di Roma, Pdecio@yahoo.it
  • Paola Badessi, Presidente Associazione Viviamo Vitinia Onlus
  • Massimiliano Corraini, Presidente Associazione di via P.SOTTOCORNO, associazione.sottocorno@gmail.comhttp://sottocorno.blogspot.it/
  • Wittfrida Mitterer, Presidente della Fondazione Italiana per la Bioarchitettura® e l’Antropizzazione Sostenibile dell’Ambiente, https://www.bioarchitettura.org/bioa@bioarchitettura.org
  • Massimo Pica Ciamarra, Presidente “Civilizzare l’Urbano – ETS”, civilizzare@pcaint.eu
  • Magda Piacentini, Presidente Associazione Riprendiamoci il Pianeta (Movimento di Resistenza Umana): https://RiprendiamociilPianeta.it
  • Alessandro Maurri, Presidente del Comitato Elettrosmog e 5G? No grazie! – Livorno
  • Gabriele Volpi, Presidente Associazione Eco-Mondo, www.eco-mondo.it
  • Comitato Lecce via cavo
  • Comitato salute e ambiente Lecce e provincia
  • Comitato No Antenne Pedavena – Feltre (BL)

 

Firmatari medici e ricercatori (firmano a titolo personale e non a nome delle loro organizzazioni)

  • Fiorenzo Marinelli, Biologo e Ricercatore, Membro fondatore dell’ICEMS (Bologna)
  • Ernesto Burgio, EB ECERI European Cancer and Environment Research Institute (Bruxelles)
  • ssa Donata Soppelsa, Medico, Pergine Valsugana TN
  • Andrea Cormano , Medico chirurgo, ISDE Benevento
  • ssa Monica Lazzarin, Padova University-Department of Physics and Astronomy
  • Stefano Gallozzi , Ricercatore Tecnologo (astro)Fisico, Roma
  • Giovanni Ghirga, Pediatra, ISDE Italia
  • Ruggero Ridolfi, Oncologo, Endocrinologo, Coordinatore ISDE Sezione Forlì-Cesena
  • Marco Ippolito, Ricercatore in Scienze Naturali, Fondazione Edmund Mach
  • Aldo Di Benedetto, Dirigente Medico, Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria
  • Componente Gruppo di Lavoro FnomCeo “Professione, Salute, Ambiente e Sviluppo Economico”
  • Mario Barteri, Ordinario di Chimica Fisica Biogica Sapienza Università di Roma
  • Mario Frusi, Medico libero professionista, Cuneo, Referente ISDE-Cuneo www.isde.it
  • ssa Patrizia Zambai, Medicina generale e medicina tradizionale cinese, Bolzano
  • ssa Lina Pavanelli, Specialista in anestesiologia, membro ASSIMAS e Comitato per il riconoscimento della MCS
  • Filippo di Fava; specialista in Patologia Clinica, Infettivologia, Medicina Clinica Ambientale; Roma.
  • tarutao@katamail.com
  • Dott.ssa Annunziata Patrizia Difonte, specialista in Medicina del Lavoro -Medicina Generale -Ferno- Lonate Pozzolo (Varese)
  • Giovanni Vantaggi, Medico chirurgo, Presidente Sezione provinciale di Perugia Isde-Italia
  • Valentino Vitale, Medico Specialista, Medicina d’urgenza, Caritas diocesana
  • Luciano Proietti, Pediatra, Torino
  • ssa Margherita Andreina Magazzini, Medico, Medicina Termale, ricercatrice di Epigenetica, Livorno
  • Diego Navarro , Medico Ayurveda, Specialista in radiologia radioterapia e medicina nucleare, Napoli
  • Julius Fabbri, Geofisico, Trieste
  • Massimo Melelli Roia, libero professionista, vice chairperson of Supervision Board of World Federation of Chinese Medicine Societies (WFCMS)
  • Massimo Scalia, Coordinatore della Sezione “Bioelettromagnetismo” del Centro Interuniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo sostenibile, CIRPS – “La Sapienza”, Roma
  • Franco Capuani, Medico chirurgo, omeopata e omotossicologo
  • Ermanno Sola, Medico Chirurgo, Specializzazione in Chirurgia Generale
  • ssa Marcella Brizzi, Medicina generale Integrata con Fitoterapia, Omeooatia , Omotossicologia, Mediciina
  • Tradizionale Cinese e Medicine Non Convenzionali
  • ssa Milena Pace, Medico chirurgo Specialista in Neurologia, Villa Giuni, Santa Maria Imbaro (CH)
  • ssa Anna Guzzardo, Medico Di Medicina Generale, Palermo

Note

[1] Falcioni et al. Report of final results regarding brain and heart tumors in Sprague-Dawley rats exposed from prenatal life until natural death to mobile phone radiofrequency field representative of a 1.8 GHz GSM base station environmental emission. Environ Res. 2018 Aug; 165:496-503. 2018.

[2] Risultati dello studio del National Toxicology Programme su topi e ratti: https://ntp.niehs.nih.gov/results/areas/cellphones/

[3] Hardell L. e Carlberg M., Mobile phone and cordless phone use and the risk for glioma – Analysis of pooled case control studies in Sweden, 1997–2003 and 2007–2009, in Pathophysiology, pubblicato online il 28 ottobre 2014.

[4] Coureau G. e altri, Mobile phone use and brain tumours in the CERENAT case-control study, Occup Environ Med doi:10.1136/oemed-2013-101754.

[5] http://www.conacem.it/novita/Risoluzione-europea_campi-elettromagnetici.pdf

[6] Johansson O., The London Resolution, Pathophysiology 16 (2009) 247–24.

[7] Risoluzione di Potenza Picena, 21 aprile 2013.

[8] Electromagnetic fields from mobile phones: health effect on childre and teenagers, Resolution of the Russian National Commitee on Nonionizing Radiation Protection, April 2011, Moscow.

[9] Appello di Friburgo, 9.10.2002.

[10] The Benevento Resolution 2006, Electromagnetic Biology and Medicine, 25:4, 197 – 200.

[11] Consenso di Seletun

[12] Rapporto Bioinitiative 2007 e 2012; ICEMS Monograph, 2010.

[13] Appello di Friburgo, IGUMED – Associazione interdisciplinare per la medicina ambientale, 9.10.2002; Appello di Bamberg, 50 medici olandesi chiedono protezione dai rischi da radiazioni elettromagnetiche,

Comunicato stampa di Stralingsrisicos, 8 aprile 2009

[14] Dämvik M. e Johansson O., Health Risk Assessment of Electromagnetic Fields: A Conflict between the Precautionary Principle and Environmental Medicine Methodology, Reviews on Environmental Health, volume 25, No. 4, 2010.

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4 Commenti

  1. Un pensatore speranzoso

    Condivido tutti i vostri argomenti, ma vorrei invitarvi ad una lettura da un punto di vista diverso.

    L’innovazione, come l’utilizzo di tecnologie innovative in campo nanometrico possono sicuramente essere nocive, ma paradossalmente potrebbero anche essere l’unica speranza o soluzione definitiva ai problemi attuali che stiamo affrontando sul nostro pianeta.

    Per porre un banale esempio medico. A volte bisogna peggiorare e star male per poter guarire.

    So benissimo che le organizzazioni come OMS e UN possono avere nelle retrovie interessi speculativi.

    Ma quando si ha la certezza che continuando così si arriverà all’estinzione del genere umano, veramente possiamo credere che ciò che li spinge sia solo interesse economico?

    Rispondi
  2. Vittorio Sanguineti

    Essendo antennista da 50anni mi occupo anche di rilevamenti e misure radiazioni elettromagnetiche elettrosmog5g e adeguati sistemi di protezione. Vittorio Sanguineti genovese perito elettronico telecomunicazioni elettrotecnico cellulare 3486013313

    Rispondi
    • Marco Tiberti

      Qualsiasi tuo contributo è naturalmente gradito vista anche la tua lunga esperienza nel campo.

      Rispondi

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