Il fallimento del PNRR di forestazione urbana

La misura del PNRR “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” si proponeva di piantare 1.650.000 alberi entro il 31 dicembre 2022 e 6.600.000 di alberi nelle Aree Metropolitane Italiane entro il 2024. Seguendo le preesistenti linee programmatiche del Testo unico forestale[1], della Strategia forestale nazionale[2] e della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030[3].

Questa misura avrebbe dovuto favorire misure di forestazione urbana e gestione forestale sostenibile anche in relazione al miglioramento dei servizi ecosistemici, alla tutela idrogeologica e alla mitigazione climatica. Ogni specie arborea e arbustiva doveva essere individuata in coerenza con la vegetazione naturale potenziale, secondo il principio di utilizzare “l’albero/arbusto giusto nel posto giusto”, in termini ecologici, biogeografici, eco regionali e di risposta alle diverse esigenze ambientali per ciascuna area metropolitana[4].

Nella prima versione era stato finanziato un miliardo di euro anche per interventi legati al dissesto idrogeologico. Queste misure sono state cancellate nel passaggio tra Governo Conte II e Governo Draghi, il quale ha soppresso varie misure e vincoli e diminuiti i finanziamenti. Alla fine, sono stati stanziati solo 330 milioni di euro forniti dalla UE e destinati alla “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, per realizzare gli obiettivi europei relativi alla piantumazione di 6.600.000 entro la fine del 2024.

Nel 2023 l’obiettivo è stato ridimensionato e nel piano non è più previsto di piantare 6,6 milioni di alberi, ma il numero è stato ridotto a 4,5 milioni di «materiale di propagazione forestale», cioè piante oppure semi[5]. Inoltre, il Governo Meloni ha chiesto anche di decurtare 110 milioni di euro dai 330 milioni citati. Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto si è limitato a promettere che le misure definanziate dal PNRR, compresa la forestazione urbana, saranno attuate trovando altre fonti di finanziamento[6].

L’avviso pubblico per aderire ai bandi del PNRR risale al 30 marzo 2022. Il piano riservato alle Città è articolato in 3 anni: 74 milioni nel 2022, per piantare un milione e 650 mila alberi entro l’anno. Stesse risorse, per lo stesso numero di alberi, nel 2023. La parte restante, nel 2024. Dalla primavera 2022 le Città Metropolitane dovevano individuare le aree per gli interventi, preferibilmente zone dismesse, abbandonate, ex cave e identificare i vivai con piante disponibili, preferibilmente pubblici per risparmiare. Ma subito ci si rese conto che era impossibile in un anno, trovare 1,65 milioni di alberi certificati da «mettere a dimora». Già nel febbraio del 2023 la Corte dei Conti certificava le difficoltà di attuazione[7].

Il 18 maggio 2022 il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato un chiarimento per le Città metropolitane nel quale spiega che, per raggiungere gli obiettivi, si consente «l’uso di semi finalizzati al rimboschimento». E nei mesi successivi firma una convenzione con l’azienda vivaistica Umbraflor al quale le Città potranno attingere.

Il Ministero a fine anno conclude che entro il 31 dicembre 2022, l’obiettivo è stato conseguito con la messa a dimora di 2.025.170 semi e piantine, di cui 1.504.796 direttamente dalle Città metropolitane e 520.374 in adesione alla convenzione Umbraflor. In realtà, sempre a fine 2022, accertamenti dei comandi provinciali dei carabinieri forestali conclusero che molte delle Città metropolitane finanziate erano in fase di progettazione.

La Corte dei Conti ha quindi analizzato lo stato di avanzamento del progetto PNRR legato allo sviluppo delle aree verdi in 14 città metropolitane italiane esposte a problemi ambientali e di inquinamento atmosferico, tra cui Milano, Roma, Torino, Genova, Bari e Messina. Le criticità riscontrate riguardavano progetti per i quali sono stati riscontrati ritardi nella piantumazione degli alberi, inefficacia della loro messa a dimora, piante rinvenute secche al momento della piantumazione, gravi morie negli impianti per scarsa manutenzione o dovute ad errori nell’interpretazione delle condizioni ecologiche locali.

Un anno dopo, nel dicembre 2023, Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto evidenziava “il buon risultato del secondo avviso consolida le attività di forestazione urbana finanziate dal MASE, utili a migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini, rispondendo a questioni nodali come l’inquinamento atmosferico, l’impatto dei cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità”[10].

I controlli svolti dai Comandi territoriali dei Carabinieri Forestali hanno rilevato che solo alcune Città metropolitane sono andati oltre la fase di progettazione e la quasi totalità di esse ha piantato in vivaio semi, invece di collocare piante cresciute nei luoghi prescelti. Nella città metropolitana di Catania non era stata messa a dimora alcuna essenza forestale, in quella di Messina non erano ancora state messe a dimora 444 mila piantine, mentre Palermo aveva sospeso le attività. Le operazioni di messa a dimora a Bologna riguardavano solo 1.100 piante.

A Genova un controllo delle ditte che hanno partecipato al bando riscontrava denunce per turbativa d’asta o truffe nella percezione di pubbliche erogazioni. Inoltre, la maggior parte delle aree oggetto di riforestazione erano prevalentemente già boscate e delle 868 piante dichiarate; quasi tutte si sono seccate. Anche a Torino si registrava un numero elevato di piante morte, fino al 100 per cento in alcuni siti. Un intervento a Reggio Calabria versava in stato di abbandono con gli alberi soffocati da piante infestanti.

Milano si è ritirata dal Bando perché la Commissione chiede che siano piantate specie autoctone e le aree minime per i nuovi boschi siano di almeno un ettaro. Secondo l’autorità locale nella Città metropolitana lombarda questi spazi non ci sono, il suolo è troppo sfruttato dal cemento e dove c’è verde è occupato da aree agricole. Tuttavia, in precedenza tra il 2018/2019 Città metropolitana, Comune, Regione e Fondazioni avevano già dato vita al progetto Forestami (https://forestami.org/) ed in poco più di tre anni a Milano erano stati piantati 427 mila alberi (non semi o plantule).

Il Comune di Bari voleva realizzare un nuovo grande parco nell’area dell’ex stabilimento Fibronit, dove fino a metà degli anni Ottanta si producevano manufatti in amianto. Si chiamerà Parco della Rinascita. Negli ultimi mesi sono stati individuati i progettisti e le imprese, sono stati fatti i preventivi, ma a dicembre 2024 ancora mancano gli alberi[8].

A Roma significativi interventi, per altro prevalentemente extra-urbani, erano previsti lungo il litorale, nella Campagna Romana, nella Valle dell’Aniene, nelle aree extraurbane dei Lepini e dei Prenestini, nella Macchia di Martignano e a Magliano Romano. Ma per quanto riguarda gli alberi per il progetto di forestazione nelle aree di Anguillara, nella zona occidentale della macchia di Martignano e a Magliano Romano le recinzioni sono state divelte e gli alberi rubati[9].

A Castroreale (paese dell’Area Metropolitana di Messina), come è noto, grazie a Report[11], sono stati distrutti ettari di vegetazione arbustiva temperata e di macchia mediterranea, in grado di dare origine spontaneamente a boschi mediterranei in modo gratuito, contribuendo alla stabilizzazione dei terreni. Queste formazioni vegetali di altissimo valore ecologico sono state eliminate per ripiantare migliaia di plantule degli stessi boschi e macchie mediterranee e temperate preesistenti, invece di gestire al meglio formazioni vegetali autoctone già sviluppate.

A Castroreale (Area metropolitana di Messina) su una vasta superficie, nell’ambito del PNRR, al posto della macchia mediterranea si è creato il deserto punteggiato di semi e plantule delle stesse piante distrutte.

 

Inoltre, è stato riportato che per gli impiantisti vincitori degli appalti del PNRR i contratti prevedono di piantare alberelli alti più di dieci centimetri e di curarli per farli crescere con protezioni e acqua, per evitare che si secchino. Una piantina costa intorno a un euro, mentre la manutenzione è molto più costosa. I controlli per il rispetto dei contratti di fornitura e manutenzione sono annuali o biennali e in molti casi gli impiantisti preferiscono piantare una piantina, lasciarla morire, e piantarne un’altra un paio d’anni dopo risparmiando sui costi di manutenzione, ma sprecando moltissime piante e causando un aumento significativo della richiesta di alberi in una situazione di grave difficoltà.

L’unica sicurezza è che nei pochi vivai disponibili sono stati interrati milioni di semi. Ma in una relazione del 29 novembre 2022, i carabinieri del Lazio spiegavano che «La semina in vivaio non può essere assimilata alla forestazione urbana e, pertanto, neanche essere oggetto di collaudo ai fini del raggiungimento degli obbiettivi del PNRR.  La semina è un’attività extra progettuale, teoricamente non finanziabile; mentre la forestazione urbana racchiude l’insieme degli interventi sul sito finale e si conclude con l’attestazione della regolare e corretta esecuzione dei lavori»[12].

Grazie a scelte politiche nazionali e regionali irresponsabili, compreso l’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato nei Carabinieri, nel tempo sono fortemente diminuiti i vivai forestali di stato e non ci sono sufficienti alberi da piantare. In quelli esistenti per far fronte alle necessità numeriche si sono riprodotti arbusti e cespugli perché si sono considerati “Alberi” anche gli elementi delle siepi.

Fino al 2017 molti vivai erano gestiti dal Corpo Forestale dello Stato, inglobato nei Carabinieri e i forestali italiani sono diventati militari alle dipendenze del Ministero della Difesa. Il passaggio ha portato alla dismissione di molti vivai forestali, ridimensionati o abbandonati del tutto e molti di quelli rimasti attivi stanno in condizioni di sottoproduzione. In Italia ne sono rimasti 71, di cui 31 esclusivamente forestali, mentre altri vendono anche piante ornamentali ai privati. La distribuzione regionale, stante il teorico obbligo di riprodurre ceppi genetici locali di specie autoctone, è fortemente irregolare. Sardegna, Campania e Puglia che un tempo avevano ciascuna più di 10 vivai, ora ne hanno 2-3, con un’estensione media di circa quattro ettari, in grado di produrre, per unità di superficie, un valore medio di circa 13 mila piantine annue per ettaro.

Nel 2019 la capacità produttiva era di 4,1 milioni di piante, con una distribuzione ben poco omogenea rispetto alle necessità: 1,8 milioni di alberi nelle regioni del Nord, poco meno di 200 mila nel Centro, 600 mila al Sud e 1,5 milioni soltanto in Sardegna. Complessivamente non riescono a produrre circa 4,5 milioni di veri alberi, ma al massimo piantine alte spesso pochi centimetri[13].

In sostanza il PNRR è fallito negli obiettivi di forestazione, tutela idrogeologica e qualità ambientale, oltre ad aver ignorato concettualmente la Strategia Forestale Nazionale, le Strategia per la Biodiversità e lo stesso Testo Unico forestale. Ma il governo ha prodotto un emendamento che vieta il controllo degli ispettori della Corte dei Conti sui progetti in itinere[14].

Tutto questo a favore di Plusvalore economico e non di certo del valore Ecologico degli interventi. Mentre le politiche forestali sono ormai decenni che erodono il patrimonio boschivo indigeno favorendo il taglio e la speculazione piuttosto che la naturalizzazione.

Riferimenti

[1] Decreto Legislativo 3 aprile 2018, n. 34 Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali.

[2] Strategia Forestale Nazionale per il settore forestale e le sue filiere. https://www.reterurale.it/foreste/StrategiaForestaleNazionale

[3] Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030. https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:a3c806a6-9ab3-11ea-9d2d-01aa75ed71a1.0009.02/DOC_1&format=PDF

[4] PNRR: MASE, con Piano forestazione 2,5 milioni di nuove piante nelle città metropolitane. https://www.mase.gov.it/comunicati/pnrr-mase-con-piano-forestazione-25-milioni-di-nuove-piante-nelle-citta-metropolitane

[5] In Italia stanno finendo gli alberi da piantare. https://www.ilpost.it/2024/12/19/mancanza-alberi/

[6] L’ingloriosa fine dei 6,6 milioni di nuovi alberi nel PNRR. https://pagellapolitica.it/articoli/alberi-modifica-pnrr-tagli

[7] PNRR, Corte Conti: lo stato del progetto di tutela del verde urbano ed extraurbano https://www.corteconti.it/HOME/StampaMedia/ComunicatiStampa/DettaglioComunicati?Id=be3af0c7-c54a-42d4-b105-760868d4d3ba

[8] In Italia stanno finendo gli alberi da piantare. https://www.ilpost.it/2024/12/19/mancanza-alberi/

[9] Alberi rubati e recinzioni divelte: il progetto di forestazione urbana è sotto attacco. https://www.romatoday.it/cronaca/furto-alberi-forestazione-urbana-sabotaggio-martignano.html

[10] PNRR: MASE, con Piano forestazione 2,5 milioni di nuove piante nelle città metropolitane. https://www.mase.gov.it/comunicati/pnrr-mase-con-piano-forestazione-25-milioni-di-nuove-piante-nelle-citta-metropolitane

[11] Rai Report. Il seme della discordia. https://www.raiplay.it/video/2025/02/Il-seme-della-discordia—Report-02022025-677c8758-ea2b-43fd-b10a-c8a1b8d02d68.html?wt_mc=2.www.fb.raiplay_vid_Report.&fbclid=IwY2xjawIN_uJleHRuA2FlbQIxMQABHZ9B5C_pW-TK3PswuNp-7LjnT5OJAmVoQPyTyo7j37NR5YrksbqZFafT1g_aem_FsNyUgx3nCRVgzAuUDbxbg

[12] PNRR, l’inganno degli alberi da piantare: interrati solo i semi. https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/pnrr-l-inganno-alberi-piantare-comprati-solo-semi/7cb82240-d2ce-11ed-b1de-c931acb2994d-va.shtml

[13] Senza alberi, semi né idee. Il fallimento annunciato del PNRR, sulla forestazione urbana. https://altreconomia.it/senza-alberi-semi-ne-idee-il-fallimento-annunciato-del-pnrr-sulla-forestazione-urbana/

[14] PNRR, depositato l’emendamento del governo che abolisce il controllo della Corte dei Conti sull’uso dei fondi. E proroga lo scudo erariale. https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/05/31/pnrr-depositato-lemendamento-del-governo-che-abolisce-il-controllo-della-corte-dei-conti/7179396/

Tesseramento

RICHIESTA TESSERAMENTOScarica il modulo

Tesseramento a Socio di European Consumers APS
Socio Ordinario euro 30,00 Tesseramento anno solare: compreso tra il primo giorno del mese di iscrizione e lo stesso giorno dell’anno successivo.

Dati per il pagamento con bonifico:

IBAN: IT27O0501803200000016746224
Intestato a: EUROPEAN CONSUMERS APS
Causale: Tesseramento
Importo:
30,00
PERS.GIURIDICHE NSOC
BANCA ETICA

Donazione

DONAZIONE LIBERA:

Dati per il pagamento con bonifico:

IBAN: IT27O0501803200000016746224
Intestato a: EUROPEAN CONSUMERS APS
Causale: Donazione
Importo:
Libero
PERS.GIURIDICHE NSOC
BANCA ETICA

Pagamento con PayPal:

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizziamo solo i nostri cookie e quelli di terze parti per migliorare la qualità della navigazione, per offrire contenuti personalizzati, per elaborare statistiche, per fornirti pubblicità in linea con le tue preferenze e agevolare la tua esperienza sui social network. Cliccando su accetta, consenti l'utilizzo di questi cookie.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.


Utilizzato per rilevare se il visitatore ha accettato la categoria di marketing nel banner dei cookie. Questo cookie è necessario per la conformità GDPR del sito web. Tipo: HTTP Cookie / Scadenza: 6014 giorni
  • YouTube

Utilizzato per verificare se il browser dell'utente supporta i cookie. Tipo: HTTP Cookie / Scadenza: 1 giorno
  • Google

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi