La speculazione ultrafinanziaria ha trasformato l’economia contemporanea.
Se fino al secolo scorso (non molti anni fa, in realtà) il capitale proveniva dalla produzione di beni materiali, oggi la finanziarizzazione dell’economia garantisce profitti vertiginosi basati sulla produzione di capitale fittizio generato da scommesse. Maggiore è il rischio, maggiore il guadagno. Le grandi dinastie di banchieri ‘too big to fail’ passati dall’Europa agli States e oggi in transito verso i colossi orientali, hanno brigato per ottenere una deregolamentazione del sistema bancario diventando vere e proprie holding.
Gli scambi avvengono over the counter cioè avvengono in mercati non regolamentati e dove il controllo da parte di un’entità regolatoria esterna è, praticamente, assente.
Fonte: positivemoney.org; Il grafico mostra in verde l’economia reale prodotta e in rosso il denaro fittizio prodotto dalle banche.
La finanza creativa oggi è in grado di creare ricchezza dal nulla arrivando al cinismo.
Uno degli esempi più eclatanti riguarda i Pandemic Bonds: come ogni gioco di società, hanno le loro regole.
Mentre all’inizio del 2020 saliva il numero dei Paesi che dichiaravano lo stato di emergenza, oltre 100 mila le persone contaminate da Coronavirus, 3.500 i morti, in Italia – ospedali al collasso – si discuteva su chi meritasse o meno di essere curato, la Regione Lombardia veniva chiusa e nessuno poteva entrare o uscire, il WHO tardava a parlare di pandemia: “Visti i numeri ed i tentativi di contenimento del virus ancora non sarebbe necessario dichiarare lo stato di pandemia”[1].
Certo, le modalità riguardanti il conteggio di morti e malati sarebbe da chiarire ma la narrativa prevalente su cui si ragionava in quel momento era quella appena descritta.
Ed esattamente come all’indomani del terremoto che ha distrutto L’Aquila, anche in quei giorni di morte c’era chi si compiaceva. Plùtos e Thanatos hanno offerto in questi anni opportunità inimmaginabili ai giocatori più incalliti.
Si tratta di opportunità offerte dalla Banca Mondiale la quale nel 2017 ha creato un meccanismo assicurativo con l’obiettivo dichiarato di aiutare alcuni dei paesi più in difficoltà in caso di pandemia trasferendo al settore finanziario i rischi economici generati da una crisi virale, riuscendo a muovere ingenti capitali svincolati dai macchinosi negoziati politici internazionali richiesti in questi casi.
L’idea è arrivata in seguito alla diffusione di Ebola in Africa tra il 2014 e il 2016. Nel febbraio del 2019 sono stati sbloccati circa 20 milioni di dollari a beneficio del Congo seguiti ad agosto da altri 30 milioni. Ma i grafici dimostrano che il fondo è stato molto più utile a banchieri e investitori[2].
I Pandemic Bonds funzionano come un’assicurazione: chi acquista titoli, guadagna interessi e premi annuali finchè non vi è pandemia. Nel caso in cui si verifichi un focolaio, invece, si restituisce in parte o in toto quanto investito in un Fondo bancario pensato appositamente.
Esistono due tipi di obbligazioni: la più redditizia (Classe A) vale 225 milioni di dollari, ha un tasso del 6,9% e viene pagato con cedole mensili; copre una vasta gamma di pandemie, dai coronavirus all’ebola alla febbre emorragica. E’ redditizia anche perché le condizioni per innescare il rimborso sono facili da soddisfare. Poi vi è un secondo bond (Classe B) riguardante le potenziali ipotesi che potrebbero verificarsi in caso di coronavirus. Vale 95 milioni di dollari e ha un tasso dell’11%. Anche questo prevede ricompense con cedole mensili.
Malgrado la dichiarazione di buone intenzioni, il Fondo ha collezionato critiche eminenti. Ad esempio quelle di Larry Summers, ex capo economista della Banca Mondiale nonché segretario del tesoro durante il governo Clinton che nell’aprile del 2019 le ha definite un ‘errore imbarazzante’. O quelle di Olga Jones, ricercatrice presso l’Harvard Global Health Institute, ex consigliere economico della Banca mondiale e tra i più critici detrattori dei Pandemic Bond la quale sostiene che siano un modo per giocare d’azzardo con i soldi dei contribuenti scommettendo sulla probabilità che si verifichino terribili circostanze[3]. Gli investitori attingono, infatti, a fondi pensione e attraggono gli specialisti in assicurazioni legate ad eventi catastrofici. Sono stati i primi a cogliere entusiasticamente le prospettive di questi strumenti finanziari e, in poco tempo, la Banca Mondiale ha rastrellato 330 milioni di dollari pari a 303 milioni di euro prima della nuova crisi.
Ma l’intero impianto architettato suggerisce che il sistema sia stato pensato non tanto a scopi umanitari e per salvaguardare popolazioni al collasso in caso di emergenze sanitarie, quanto per salvaguardare il famelico portafogli degli investitori. Dalle 386 pagine in cui viene spiegato il meccanismo dei pandemic bond, infatti, si comprende che le condizioni affinchè scatti l’erogazione dei fondi ai paesi che ne hanno bisogno sono tali per cui avvengono troppo tardi e in maniera insufficiente ad uscire dall’emergenza. Una delle condizioni affinchè il meccanismo entri in vigore, infatti, è che trascorrano 12 settimane dall’inizio dell’epidemia, che 250 persone muoiano nel paese in cui è iniziato il focolaio (e questo punto appariva ampiamente soddisfatto già nelle prime settimane del 2020) e almeno 200 in un secondo paese.
Figura 1 – Diffusione mondiale dei contagi al 5 febbraio 2020[4]
Inoltre, anche là dove questa eventualità si verifichi, dovrebbero passare 84 giorni dal primo rapporto dell’OMS prima che i fondi vengano trasferiti. Stando al caso del coronavirus, nota Sébastian Seibt per France24[5], il primo rapporto dell’OMS è stato pubblicato il 21 gennaio, ma si è ben guardato dal pronunciare la parola ‘pandemia’. Il funzionario Michael Ryan chiede attenzione alla semantica: l’uso ufficiale della parola ‘pandemia’ da parte del WHO[6] potrebbe spingere i governi a prendere decisioni avventate. E’ preferibile definire la faccenda come ‘diffusione mondiale di una nuova malattia’[7].
Se la situazione non fosse drammatica e dolorosa si potrebbe fare dell’ironia. Ma suonerebbe di cattivo gusto, almeno quanto appare disgustoso chi sta scommettendo su quante persone e dove miete la Nera Signora.
Continuare a sottilizzare sui termini consentiva alla Banca Mondiale di trattenere i 320milioni di dollari dei pandemic bond. Che sarebbero scaduti il 15 luglio e le cui cedole venivano pagate ogni 15 del mese. La cedola successiva al primo rapporto OMS (che non conteneva la parola ‘pandemia’) è stata pagata il 15 marzo.
Ma gli scommettitori erano già in fibrillazione. Il brivido del rischio già correva lungo le schiene dei più generosi filantropi.
A mantenere i nervi saldi e la rotta a tutta dritta è il magnate Warren Buffet[8], amministratore delegato e presidente della holding statunitense Berkshire Hathaway e terzo uomo più ricco del mondo nel 2019 nonché terzo socio della Bill&Melinda Foundation dopo Bill e Melinda, appunto[9]. Per Buffett le crisi sono motivo di guadagno e suggerisce agli investitori di restare pronti e fiduciosi nella capacità delle società di generare profitti e di evitare di vendere azioni: i ritorni si vedranno nei prossimi 10-20 anni e dovrebbero approfittare di queste ‘opportunità’.
Le crisi vanno cavalcate.
A questo punto ci si potrebbe fare attraversare dal dubbio che l’inutilità del sistema pensato dalla BM per rispondere in maniera smart a delle emergenze sanitarie copra l’intento di assicurare, invece, che gli investitori ricevano lauti guadagni grazie ai generosi tassi di interesse che raggiungono addirittura il 10% per chi detiene titoli in entrambe le tipologie di bond.
In effetti l’intero schema è impostato per ridurre al minimo la probabilità di pagamento[10]. Una volta dichiarata la pandemia dal WHO entro gli anni della durata del titolo, i detentori del titolo perderebbero tutto, ad eccezione delle cedole incassate[11].
Lo strumento viene innescato quando un’epidemia sta per andare fuori controllo o è già fuori controllo. Troppo poco e troppo tardi per poter fare qualcosa. L’esperienza ha dimostrato come intanto la crisi politica, economica e sociale hanno avuto modo di dilagare.
Ma in effetti già prima che la ‘pandemia’ fosse dichiarata, i pandemic bond avevano perso metà del loro valore iniziale a causa, appunto, della deflagrazione dell’epidemia di Coronavirus a Wuhan.
Ma, come si è detto, chi gioca d’azzardo sa che oggi si può perdere ma domani si può guadagnare il doppio: le vie della finanza creativa sono infinite.
Sembrano manifestarsi gli avvertimenti della filosofa Annah Arendt, su un nuovo mondo governato dalle macchine in grado di chiudere il pianeta, di governare e disciplinare le nostre abilità di azione, linguaggio e pensiero. Una ‘tirannia senza tiranno’ basata su ‘regole di Nessuno’, dove, cioè, Nessuno è responsabile delle proprie azioni.
È davvero arrivato il tempo che la politica globale riprenda le proprie funzioni di pubblica utilità e interrompa la follia di una finanza malata.
Ma il mondo della finanza, invece, pensa che i Pandemic Bonds possano avere un futuro se fosse garantito un maggior impegno sovrano a lungo termine[12].
Chiara Madaro – 3 settembre 2022
[1] https://www.wallstreetitalia.com/coronavirus-lo-strano-caso-dei-pandemic-bond/
[2] Pete Evans, “Pandemic bonds were supposed tu fund the cost of fighting the coronavirus – so why aren’t they paying off?”, 22 febbraio 2020, in: https://www.cbc.ca/news/business/pandemic-bonds-1.5469646
[3] Financial Times, “Coronavirus strikes World Bank’s 2017 catastrophe bonds”, https://www.ft.com/content/3935ab5f-c6d2-4a91-ab98-f04b0a75da31
[4] https://www.forbes.com/sites/johnkoetsier/2020/02/05/ai-predicts-coronavirus-could-infect-25b-and-kill-53m-doctors-say-thats-not-credible-and-heres-why/#77c23a1c11cd
[5] Sebastian Seibt, “Useless pandemic bonds offer little hope for dealing with coronavirus”, 26.02.2020, in: https://www.france24.com/en/20200226-coronavirus-pandemic-bonds
[6] https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019
[7] Tim McDonnell, “Is coronavirus technically a ‘pandemic’? Does that matter?”, 5 marzo 2020. In: https://qz.com/1813587/is-coronavirus-technically-a-pandemic-does-that-matter/
[8] “Warren Buffet: il Coronavirus? Un’opportunità per comprare azioni”, 25 febbraio 2020. Su: https://citywire.it/news/warren-buffet-il-coronavirus-unopportunita-per-comprare-azioni/a1327315
[9] Chiara Madaro, Osservatorio Globalizzazione, ‘Capitalismo filantropico e salute pubblica: un legame complesso. Il filantropismo è nei dettagli. Gene drive, esplorazione genetica, virus, vaccini’, marzo 2021, disponibile in: https://www.academia.edu/45551582/_Capitalismo_filantropico_e_salute_pubblica_un_legame_complesso
[10] Nicole Friedman, The Wall Street Journal, “Coronavirus Outbreak tests World Bank’s Pandemic Insurance”, 20 febbraio 2020, in: https://www.wsj.com/articles/coronavirus-outbreak-tests-world-banks-pandemic-insurance-11582136298
[11] Leopoldo Gasbarro, “Coronavirus: lo strano caso dei ‘Pandemic Bond?”, 7 marzo 2020.In: https://www.wallstreetitalia.com/coronavirus-lo-strano-caso-dei-pandemic-bond/
[12] Financial Times, ‘After Covid-19: the future of pandemic bonds’, 2020, disponibile in: https://www.ft.com/partnercontent/calvert/after-covid-19-the-future-of-pandemic-bonds.html
0 commenti