Il governo Meloni favorisce il tossico glifosato anche nel biologico

Il Ministero dell’Agricoltura sta discutendo una proposta di Decreto sulla “non conformità” dei prodotti biologici che contiene una “presunzione di colpevolezza” per tutti gli agricoltori biologici. Il Decreto, nella versione che circola tra gli addetti ai lavori, obbliga gli agricoltori che non utilizzano sostanze chimiche di sintesi a dimostrare la non contaminazione accidentale da pesticidi dei propri prodotti[1].

Il decreto ministeriale, noto come decreto Contaminazioni o, per gli effetti diretti, “Ammazza bio”[2], interviene nei controlli sul cibo biologico in caso di contaminazioni accidentali da pesticidi sanzionando di fatto i produttori sostenibili a vantaggio di quelli convenzionali.

Si tratta di norme che tendono ad allontanare gli agricoltori dalla certificazione biologica, che non si applicano in nessuno dei 27 Stati membri della Unione Europea e non sono previste per chi non rinuncia all’uso delle sostanze chimiche di sintesi.

Con l’articolo 3 si blocca la certificazione dell’agricoltura biologica per la presenza di un pesticida in traccia, al di sotto dello zero tecnico unionale di 0,01 mg/kg, anche quando è chiara la contaminazione accidentale, legata alla vicinanza di coltivazioni convenzionali trattate con i pesticidi.

A queste concentrazioni il prodotto viene posto in “quarantena” e il certificatore deve approfondire le cause, qualora risulti solo una molecola, mentre scatta l’irregolarità in presenza di più di un principio attivo, sempre sotto al valore 0,01 mg/kg.

Il prodotto già “biologico” viene decertificato e in ottemperanza al Decreto Legislativo 148/2023[3], le relazioni tecniche o le misure precauzionali di prevenzione dell’agricoltore non sono considerate sufficienti a garantire la non contaminazione e quindi oltre alla decertificazione può ricevere una multa.

La stessa concentrazione viene tollerata nei prodotti da agricoltura integrata, finanziata dai fondi europei e nei prodotti a “residuo zero”, dove sono ammessi i trattamenti, ma al momento della raccolta i Limiti Minimi di Residui (LMR) dei pesticidi deve risultare sotto 0,01 mg/kg.

Di fatto nel 2021, i dati di monitoraggio dei pesticidi nelle acque rilevano presenze superiori ai limiti definiti dalla norma nel 28,3% dei punti di monitoraggio per le acque interne superficiali e nel 6,8% dei punti di monitoraggio per le acque sotterranee. Ma se si considerano anche i rilevamenti entro i limiti il totale dei punti contaminati raggiunge il 55 % dei punti di monitoraggio delle acque superficiali e il 23 % di quelle sotterranee[4].

Ripartizione percentuale dei livelli di concentrazione dei pesticidi nei punti di monitoraggio (ISPRA, 2024).

 

La situazione attuale rende, quindi, molto difficile per qualsiasi agricoltore biologico, soprattutto nelle zone di pianura e collinari, garantire l’impossibilità di un’eventuale contaminazione dei prodotti dovuta ad acque inquinate dai produttori non biologici limitrofi o nelle vicinanze.

Con l’articolo 5 si concede, al contrario, una tolleranza alla presenza accidentale di pesticidi in quantità maggiori (superiori a 0,01 mg/kg). Tra questi l’erbicida glifosato[5], che sarebbe tollerato fino a 20 volte quanto è attualmente consentito in alcune colture.

Sempre dai dati di ISPRA sulla contaminazione da pesticidi delle acque italiane si osserva che tra le sostanze più frequentemente trovate al di sopra dei limiti normativi spiccano proprio il glifosate e il suo metabolita AMPA. Quest’ultimo oltre ad essere la sostanza più trovata (64% dei casi), supera i limiti normativi in una percentuale del 45,3% dei punti di monitoraggio del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale[6]. Il glifosato è stato invece rinvenuto nel 40 % e sopra i limiti nel 16 % dei punti di monitoraggio. Si tratta di sostanze che hanno effetti deleteri per tutte le comunità vegetali e animali, favorendo direttamente danni cellulari e alterando indirettamente le reti trofiche.

Oltre a tollerare una gravissima contaminazione da sostanze nocive di fatto gli interventi governativi sono rivolti alla penalizzazione di un settore, quale quello del biologico, che, nonostante la crisi economica, è in continua crescita: nel 2023 le vendite alimentari bio nel mercato interno hanno raggiunto quasi i 5,4 miliardi di euro e le vendite rispetto al 2022 sono aumentate del 5% nei supermercati e del 4,5% nei negozi specializzati. Con il 19,8% di superficie agricola certificata in agricoltura biologica siamo ormai vicini all’obiettivo del 25% entro il 2030, fissato dalle Strategie europee Farm to Fork[7] e Biodiversità[8].

Parallelamente si tollera la contaminazione generalizzata di sostanze come il glifosato e il suo metabolita ampa, senza risolvere le gravi conseguenze sulla biodiversità e la salute umana e ambientale. Tutti gli erbicidi possono  essere sostituiti, anche nel convenzionale, da pratiche sostenibili (ad es. pacciamatura, sfalcio e interro, pirodiserbo, diserbo a vapore). Tali attività, malgrado più costose, sono certamente meno dannose del diserbo chimico e possono essere coperte da adeguati finanziamenti da parte della politica agraria dell’Unione Europea e nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale.

Già con l’introduzione del Decreto Legislativo 148/2023, Sanzioni e Controlli, è stato adottato un approccio che individuava il biologico come settore critico, nonostante offra maggiori garanzie al consumatore, per i numerosi controlli a cui è sottoposto. Questo atteggiamento di sospetto generato dal Decreto 148, ha spianato la strada all’emanazione dell’ultimo decreto, quello di Non Conformità del luglio 2024. Il decreto all’articolo 14, comma 3, recita: “Al fine della classificazione di cui al comma 1, lettera b, la non conformità si presume intenzionale salvo le evidenze raccolte dall’organismo di controllo o la prova fornita dall’operatore della buona fede o del caso fortuito”[9].

Quindi, nella maggior parte dei casi, sta alla vittima dell’inquinamento diffuso dimostrare che non ha responsabilità sulla contaminazione da pesticidi a livelli inferiori a quelli tollerati nel resto della UE. Si intende, in modo evidente, rendere indistinguibili i prodotti bio, che non utilizzano la chimica di sintesi, dai convenzionali da agricoltura integrata che vantano “residuo zero” o ridotto.

La produzione italiana è certificata da un regolamento comunitario, di cui al massimo è necessaria un’omogeneizzazione a livello di Parlamento Europeo, nell’interpretazione di regole e casistiche, non una legislazione nazionale che danneggia un intero comparto tendenzialmente “ecosostenibile”.

Secondo il Regolamento UE 848/2018[10] non è possibile, infatti, limitare la circolazione all’interno degli Stati membri di prodotti dichiarati conformi da altri Stati. Con il Decreto Ammazzabio, mentre in Italia ci saranno norme rigidissime, da altri paesi più tolleranti, continueranno ad arrivare prodotti biologici regolarmente “certificati”, sacrificando così gli interessi degli agricoltori biologici italiani.

A far da coro all’insostenibilità ambientale della politica agricola italiana il Copa Cogeca (rete dei maggiori sindacati agricoli europei), che ignora il Bio, favorisce i nuovi OGM (NGT, NBT e TEA) e ha di fatto bloccato la proposta del regolamento UE sul dimezzamento dell’uso dei fitofarmaci entro il 2030[11].

Questo nonostante il biologico sia una realtà consolidata, che ha portato benefici nella produzione, qualità ambientale, rapporto tra città e campagna, consapevolezza dei consumatori, salute del suolo e della biodiversità.

I dati di contaminazione delle acque da pesticidi indicano la necessità dell’applicazione di regole efficaci per prevenire la contaminazione accidentale, con il divieto di realizzare trattamenti fitosanitari nelle aree limitrofe e la realizzazione di barriere verdi a carico degli agricoltori convenzionali confinanti con aziende certificate in biologico.

Ma evidentemente Salute, Ambiente e Interessi nazionali non sono priorità del Governo attuale, non diverso in questo dai precedenti Conte I[12], Conte II[13] e Draghi[14].

Ed evidentemente nemmeno il rispetto della legge dato che il Dispositivo dell’art. 452 bis Codice Penale afferma che:

(1)È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili:

1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo;

2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.

 

Note

[1] Un decreto del Ministero dell’Agricoltura rischia di ostacolare l’agricoltura biologica. https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/un-decreto-del-ministero-dellagricoltura-rischia-di-ostacolare-lagricoltura-biologica/

[2] Così il decreto Lollobrigida ammette il glifosato nel cibo bio. https://ilsalvagente.it/2024/10/17/cosi-il-decreto-lollobrigida-ammette-il-glifosato-nel-cibo-bio/

[3] Decreto Legislativo 6 ottobre 2023, n. 148 Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 2018/848, relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, e alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625, relativo ai controlli ufficiali e alle altre attivita’ ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanita’ delle piante nonche’ sui prodotti fitosanitari. (23G00159) (GU Serie Generale n.254 del 30-10-2023) https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/10/30/23G00159/sg

[4] Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. https://www.snpambiente.it/snpa/rapporto-nazionale-pesticidi-nelle-acque-dati-2021/

[5] Bianco P., Aspriello S.., Bellucci V., Jacomini C., Rubini C., Tamburro R., 2019. Effetti del glifosato sui mammiferi e gli esseri umani. Il Cesalpino, 47: 30-36. https://www.researchgate.net/publication/331980230_Effetti_del_glifosato_sui_mammiferi_e_gli_esseri_umani

[6] SNPA – Sistema nazionale protezione ambiente – Sito ufficiale. https://www.snpambiente.it/

[7] Strategia dal produttore al consumatore. https://food.ec.europa.eu/horizontal-topics/farm-fork-strategy_en

[8] Strategia Europea per la Biodiversità. https://www.mase.gov.it/pagina/strategia-europea-la-biodiversita

[9] Si veda le dichiarazioni di Giuseppe Romano, presidente di Aiab, in: «No al Decreto di non conformità». https://www.terranuova.it/news/agricoltura/giornata-del-biologico-aiab-no-al-decreto-di-non-conformita

[10] Regolamento (UE) 2018/848 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A32018R0848

[11] Decreto ammazza bio, Aiab: “Così i produttori passeranno al convenzionale”. https://ilsalvagente.it/2024/10/03/decreto-ammazza-bio-aiab-cosi-i-produttori-passeranno-al-convenzionale/

[12] Il Governo del Cambiamento continua la politica antiecologista e antiscientifica dei precedenti governi. https://www.europeanconsumers.it/2019/01/24/il-governo-del-cambiamento-continua-la-politica-anti-ecologista-e-antiscientifica-dei-precedenti-governi/

[13] Il governo si accinge a introdurre gli OGM in ITALIA: le Associazioni si oppongono! https://www.europeanconsumers.it/2020/12/03/il-governo-si-accinge-a-introdurre-gli-ogm-in-italia-le-associazioni-si-oppongono/

[14] European Consumers denuncia: il governo Draghi fa rientrare dalla finestra gli OGM!!! https://www.europeanconsumers.it/2021/04/15/european-consumers-denuncia-il-governo-draghi-fa-rientrare-dalla-finestra-gli-ogm/

 

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