Xylella, le indagini proseguono. Gli atti della Polizia giudiziaria di Bari nelle conferenze del Comitato ULIVIVO

Xylella, le indagini della polizia giudiziaria proseguono

Si avvia al termine il tour di conferenze del Comitato ULIVIVO dedicato ai risultati emersi dagli atti della Polizia giudiziaria di Bari in merito all’”operazione Xylella”.

Il 26 giugno Mola di Bari ospiterà l’ultimo appuntamento previsto dai membri di ULIVIVO che parleranno delle 7mila pagine in cui si legge, tra l’altro, di un “enorme raggiro ai danni delle popolazioni pugliesi, in particolare della comunità degli agricoltori”, di “disegno criminoso” e di “rivelazione ad orologeria” sulla scoperta di un batterio, non endemico in Europa ed importato in totale assenza delle dovute cautele a scopo scientifico ben prima di quel fatidico 2013, anno in cui deflagra con ufficialità la notizia del fenomeno del Codiro, il complesso del disseccamento rapido degli ulivi, il quale sarebbe conseguenza di una infezione ormai dilagante dovuta al batterio Xylella fastidiosa e diffuso da un insetto vettore.

Un fenomeno che in realtà era ben precedente a quella data, era già stato notato dai primi anni 2000 e che già le indagini leccesi avevano slegato dalla presenza del batterio: il disseccamento si presentava anche in assenza di Xylella mentre su alcuni alberi che fruttificavano regolarmente e non presentavano segni di sofferenza era stata riscontrata la presenza del batterio.

Una evidente mancanza di correlazione che viene del tutto ignorata per generare, invece, allarmismo e giustificare l’applicazione di norme e misure sproporzionate, imposte allo scopo di “fermare l’avanzata del batterio”. Una sproporzione e totale inadeguatezza che avevamo a suo tempo evidenziato con l’aiuto dei nostri consulenti scientifici tra cui Massimiliano Bianco, ISPRA e il Prof. Pietro Perrino cui aveva dato voce anche CORVELVA. Importante anche l’apporto in tema di Diritto e Biodiritto sul tema da parte di consulenti esterni quali il Prof. Luca Marini.

A distanza di anni è chiaro come sia stata portata solo devastazione all’economia e al paesaggio salentino attraverso politiche di abbattimento che prevedevano la distruzione di piante sane che si trovavano nel raggio di 100 metri da un albero su cui erano stati riscontrati anche a vista segni di disseccamento e uso obbligatorio di pesticidi ed erbicidi su tutto il territorio che hanno contribuito ad impoverire il terreno di nutrienti essenziali per le piante.

Già negli atti del Decreto di Archiviazione del Tribunale di Lecce del maggio 2019 emergevano “molteplici aspetti di irregolarità, pressapochismo, negligenza e (…) reati di falso, (…) non corretta applicazione delle procedure imposte da normative e direttive europee, delitto colposo di inquinamento ambientale” ascrivibili ai 10 indagati, tutti docenti e ricercatori universitari e gravitanti intorno a centri di ricerca agronomica.

Condotte gravi e colpose accompagnate da ‘reticenze, omertà e falsità anche documentali registratesi nel corso dell’attività investigativa” ma per le quali era stato impossibile dimostrare un nesso di causalità tale da far seguire delle condanne anche in ragione dello status di immunità totale di cui godono i funzionari, i ricercatori e gli ambienti dei centri di ricerca coinvolti in questa storia.

Questa ed altre considerazioni e informazioni sono state materia di un esposto-denuncia citato nel decreto di archiviazione della Procura di Lecce e presentato da European Consumers in data 21.02.2019 e che costituiranno materia per il prosieguo delle indagini a Bari, appunto, in quanto territorialmente competente. EC ha proseguito con un’ulteriore segnalazione presso la DNA allo scopo di fare pressione sul prosieguo delle indagini.

Indagini che, evidenzia il Comitato ULIVIVO, contrariamente a quanto dichiarato da alcune emittenti televisive locali, non sono chiuse.

Le indagini della Polizia giudiziaria proseguono: si è ancora in attesa della pronuncia del Giudice che dovrà valutare se archiviare, come richiesto dal PM o se accogliere – come ci auguriamo – le motivazioni avanzate legittimamente dai cittadini che hanno presentato una richiesta di opposizione all’archiviazione di un’indagine tesa a scoprire il sistema criminogeno di gruppi organizzati basato sulla falsa attribuzione dei disseccamenti al batterio da quarantena e mirato a diffondere ingiustificato allarmismo, spiega ULIVIVO in un Comunicato.

Un sistema criminoso che è ancora in piedi, come accertato dalla polizia giudiziaria, e per questo è fondamentale per la sicurezza di noi tutti che le indagini proseguano e che i responsabili di disegni al limite dell’eversione vengano fermati.

European Consumers appoggia l’impegno di ULIVIVO e di tutti coloro che in questi anni hanno a vario titolo lottato per ottenere verità e giustizia contro una evidente messa in scena che ha messo in ginocchio la produzione di olio di oliva di qualità più importante al mondo.

Riteniamo che sia di fondamentale importanza arrivare alla verità dei fatti e scardinare ogni norma che ha favorito la devastazione del territorio e messo in ginocchio piccoli e grandi produttori che con il loro mestiere hanno reso onore alle tradizioni gastronomiche e agricole della Puglia e dell’Italia.

Per noi – afferma ULIVIVO – conta fermare la narrazione tesa a falsificare la realtà, ovvero la propaganda diffusa da alcuni media che altera la percezione e l’immaginario collettivo e crea allarmismo ingiustificato, e lo faremo con ogni mezzo consentito dalla legge.

Non possiamo che sottoscrivere ogni parola.

 

Chiara Madaro, 22 giugno 2025

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